La salinità dell’aria la respirò piano, gradualmente mentre sistemava con movimenti lenti il peso sul grande sasso pallido dove era seduta a occhi chiusi. Nelle cuffiette il brano in esecuzione de “Les Sirènes” di Debussy, avvolgeva di rinnovata magia la comunione antica dell’uomo con il mare. Socchiuse rapita le labbra, lasciando che il vento le portasse gocce salmastre sulla punta della lingua. Un senso di perfetta pace sembrò lacerarle il diaframma, scariche elettriche risalivano prepotenti la spina dorsale come una tempesta. Scossa si rammentò che per arrivare a quel mare aveva dovuto valicare creste affilate come vetro. Le ferite un tempo coriacee si erano ammorbidite, rammendi brutali che segnavano il confine tra malattia e guarigione. Improvvisamente spalancò gli occhi e fissò l’acqua spumare quieta. Camminando raggiunse la scala che l’avrebbe calata in mare, s’immerse fino alla gola con accortezza e poi, con la fluidità guizzante di un pesce, s’inabisso nuotando, ondina felice.
Objet :
Veronica Branca-Masa Architettura effimera 09 2017 Marmo 70 x 70 x 46 cm
Lieu :
Fondazione d'Arte Erich Lindenberg, Porza
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GIORNATA MONDIALE DEL RACCONTO 20.3
2022
www.tim-tam.ch / www.mi-s.ch | Una pace perfetta, Fondazione d'Arte Erich Lindenberg, Porza